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Sfatiamo il mito: la differenza tra "Art de la table" e "Mise en place"

  • Stefania Faccioli
  • 26 feb
  • Tempo di lettura: 4 min

Diciamolo chiaro e tondo: non è che se dici “mise en place” sembri più raffinata. Anzi, rischi solo di farti guardare storto da chi davvero sa di cosa parla. E io, che di tavole e ricamo ne ho fatto una missione di vita, non posso proprio far finta di niente!


Ti svelo subito l’arcano: “Mise en Place” e “Art de la Table” non sono la stessa cosa. Quindi, se fino a oggi hai pensato che “fare la mise en place” significasse semplicemente apparecchiare con stile, fermati subito. Ti sto salvando da un errore epocale.



Lo so, lo so, ormai il termine “mise en place” è usato ovunque e da chiunque: influencer del lifestyle, interior designer, perfino tua zia che ha scoperto Pinterest e adesso non apparecchia più, ma “fa la mise en place” (e guai a contraddirla). Ma proprio per questo motivo oggi sento il dovere di fare chiarezza una volta per tutte.


Quindi, prenditi un bel tè (o un bicchiere di vino, che qui non giudichiamo) e seguimi in questo viaggio tra i dettagli che distinguono queste due meravigliose arti della tavola.



Mise en Place: roba da chef


La vera mise en place non ha nulla a che vedere con i tovaglioli piegati a cigno o i centrotavola pieni di fiori freschi. No, no, no! La mise en place è preparazione, efficienza, strategia.


Se entri in una cucina professionale, vedrai gli chef che non si agitano all’ultimo secondo cercando il sale o tagliando la cipolla mentre il burro brucia in padella. Sai perché? Perché hanno fatto la mise en place!


In pratica, la mise en place è tutto ciò che serve per non andare nel panico quando il servizio inizia a ingranare:



✔️ Gli ingredienti sono già tagliati e pesati

✔️ Gli utensili sono al loro posto, pronti all’uso

✔️ Gli ordini scorrono senza intoppi perché tutto è stato pianificato in anticipo



E non finisce qui: anche in sala, i camerieri fanno la loro mise en place. Preparano i tavoli, controllano che i bicchieri siano senza aloni, che le posate siano dritte, che il pane sia pronto per essere servito. Tutto deve essere perfetto prima che il primo cliente metta piede nel locale.


Insomma, la mise en place è un’arte, sì, ma non è estetica fine a sé stessa: è funzionalità pura. È l’organizzazione perfetta prima del grande spettacolo. È il dietro le quinte che nessuno vede, ma che fa funzionare tutto.


Pensaci: senza mise en place, uno chef impiegherebbe il doppio del tempo per cucinare, e il ristorante diventerebbe il caos più totale. È un po’ come quando inviti amici a cena e decidi di preparare tutto all’ultimo minuto, senza aver pesato gli ingredienti o pensato al menù. Risultato? Tu in preda al panico, ospiti affamati e una cucina che sembra esplosa.


Ecco perché i professionisti non lavorano così. La mise en place è la loro ancora di salvezza.

Art de la Table: qui sì che si gioca con lo stile


E ora veniamo a quello che davvero ami (e che anch’io adoro): l’Art de la Table. Qui sì che si parla di estetica, dettagli, armonia. Se la mise en place è organizzazione, l’Art de la Table è pura poesia.




Immagina una tavola apparecchiata con cura, dove ogni elemento racconta qualcosa:

✨ I tovaglioli di lino ricamati con parole d’amore (magari proprio i miei!)

✨ I piatti scelti con attenzione, magari mixando pezzi vintage con moderni

✨ I bicchieri di cristallo che catturano la luce delle candele

✨ Un centrotavola che sembra uscito da una rivista




Questo è l’Art de la Table: l’arte di creare un’atmosfera, di accogliere i tuoi ospiti con gusto e attenzione, di rendere speciale ogni momento a tavola. È il vestito su misura della tua cena, la colonna sonora perfetta per una serata indimenticabile.


A differenza della mise en place, che è tecnica e organizzazione, l’Art de la Table è un linguaggio estetico, un modo di raccontare chi sei attraverso la tua tavola. Non è solo apparecchiare: è creare un’esperienza.


Ecco perché quando si parla di tavole eleganti, raffinate, accoglienti, si parla di Art de la Table, non di mise en place.



Gli errori più comuni (e come evitarli con stile)


Ora che abbiamo chiarito le differenze, vediamo gli errori più diffusi che ho sentito (e che mi fanno rabbrividire).


“La mia mise en place è perfetta, ho abbinato i sottopiatti d’oro con i bicchieri di cristallo!”

➡️ No, hai fatto una bellissima Art de la Table. La mise en place non c’entra nulla.


“Oggi faccio la mise en place per il pranzo in famiglia!”

➡️ A meno che tu non stia pre-tagliando ingredienti in cucina per servire un pranzo senza intoppi, quello che fai è apparecchiare con stile.


“Adoro la mise en place, ogni volta che organizzo una cena mi diverto un sacco a scegliere i tovaglioli!”

➡️ È bellissimo che tu ti diverta, ma stai parlando di Art de la Table, non di mise en place.

Quindi, la prossima volta che…


…qualcuno ti dirà con aria esperta “Adoro fare la mise en place!” mentre sistema i piatti in tavola, tu saprai la verità. Ti verrà un sorrisetto (di quelli che dicono “so qualcosa che tu non sai”) e potrai rispondere con garbo:


“Ah, quindi hai pesato gli ingredienti e organizzato il servizio in cucina?”


Se poi vuoi proprio divertirti, puoi aggiungere:


“Perché se stiamo parlando di apparecchiare con stile, allora è Art de la Table, cara!”


E fidati, da quel momento in poi, non sbaglierà più.

Conclusione: portiamo più bellezza e meno confusione!


Amo la tavola, la convivialità, l’arte dell’accoglienza. Ecco perché ci tengo così tanto a fare chiarezza su questi dettagli. Le parole contano, le sfumature contano. E se vogliamo davvero goderci il bello della tavola, iniziamo a usare i termini giusti.


Diciamolo insieme: “La mise en place si fa in cucina, l’Art de la Table si ammira in sala.”


E ora, dimmi, quale sarà la tua prossima tavola da sogno?


Seguimi su instagram!

@stefimanidilana

 
 
 

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