La bellezza non è da conservare, ma da vivere
- Stefania Faccioli
- 11 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Hai mai comprato qualcosa di così bello da aver paura di usarlo? Quel servizio di piatti che resta intoccato nella credenza, il quaderno con la carta perfetta su cui non osi scrivere, o—eccoci qui—i miei tovaglioli ricamati a mano, che ti fanno pensare: Sono troppo belli, e se li macchio?
Ecco, permettimi di dirti una cosa: la bellezza non è un museo, è un’esperienza.
Circondarsi di cose belle e sostenibili non è un lusso, ma un’abitudine che educa l’occhio al dettaglio e il cuore al buon gusto.
Un tovagliolo di stoffa racconta una storia: è un piccolo manifesto di cura, un invito alla convivialità, un gesto gentile verso il pianeta. Se rimane chiuso in un cassetto, è solo tessuto. Ma sulla tua tavola, sotto le tue mani, diventa parte della tua storia.
La bellezza si allena nell’uso quotidiano. Più ti circondi di oggetti pensati con amore, più ti abitui a cercare il bello anche nelle cose semplici: la luce del mattino che entra dalla finestra, una tavola apparecchiata con cura, il colore di un filo che cuce insieme i dettagli di un momento.

Quindi, sì, usa i tuoi tovaglioli. Lasciali vivere, sporcarsi, raccontare. Perché una tavola vissuta è più affascinante di una tavola perfetta.
Ora che hai deciso di usare i tuoi tovaglioli (brava!), parliamo di quello che ti preoccupa: le macchie.
Una premessa: non c’è nulla di più bello di un tovagliolo che ha vissuto una serata di chiacchiere, risate e buon vino. Ogni piccola traccia è la firma di un momento. Detto questo, se vuoi tenerli splendenti, ecco qualche trucco infallibile:
• Vino rosso? Cospargi la macchia di sale e poi risciacqua con acqua frizzante. Oppure—paradosso della vita—usa del vino bianco per neutralizzarla.
• Olio? Tampona subito con farina o talco per assorbire il grasso, poi lava con sapone di Marsiglia.
• Caffè? Acqua fredda e bicarbonato: massaggia e lascia agire prima di risciacquare.
• Rossetto? (segno di una cena interessante!) Un po’ di alcol a 90° e via, come nuovo.
• Cioccolato? Acqua tiepida e sapone di Marsiglia, senza strofinare troppo.
• Frutta e sughi vari? Acqua ossigenata diluita e poi un lavaggio a freddo.
E se proprio rimane un’ombra? Ricama sopra. Un fiore, una piccola iniziale, una data: trasforma la macchia in un nuovo dettaglio. Perché le cose belle non devono essere perfette, devono essere vissute.
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Concordo in pieno!